Giudizio Universale recensisce “Troppa Fortuna”

Giudizio Universale recensisce “Troppa Fortuna”

Riportiamo la recensione di “Troppa Fortuna” di Hélène Vignal pubblicata su Giudizio Universale da Dario De Marco che ringraziamo sentitamente per l’attenzione che ci ha rivolto:

Se l’occulto resta nascosto

Sembrerebbe un altro capitolo del fortunato filone lettarario sulle sette, Troppa Fortuna: di quelli in cui la piccola protagonista e il lettore vedono e leggono di tutto. Eppure, la scrittrice Helene Vignal, nata come autrice per bambini, riesce a far intuire ogni cosa dietro un velo di mistero
di Dario De Marco


L’ultimo trend editoriale sembra essere quello delle sette. Nei mesi scorsi sono usciti vari libri in tema: per esempio Fuggita dalla setta. La mia lotta contro una vita di violenza e reclusione, di Carolyn Jessop e Laura Palmer (Piemme), o il ferocissimo I bambini di Dio di Amoreena Winkler (Fandango). Non sono inchieste, sono libri-verità in cui il punto di vista è quello di una bambina, la bambina che era l’autrice quando senza colpa si è trovata a vivere in un mondo parallelo. In questi racconti nulla – a livello di violenze fisiche e psicologiche – viene risparmiato al lettore, perché nulla è stato risparmiato a chi li ha scritti.

Apparentemente in questo trend si colloca anche Troppa fortuna, della francese Hélène Vignal, uscito per la minuscola casa editrice Camelopardus. La protagonista è una bambina di dieci anni che vive in un piccolo paese dove c’è “una casa grande, nascosta dietro a muri alti. Per entrarci, bisogna infilare una mano in uno sportellino segreto e tirare una levetta. È un passaggio segreto per la gente non comune come noi. È proibito agli altri dire cosa succede dietro quei muri alti”.

Che la storia sia autobiografica o di fantasia, ovvero che questo sia un libro-verità o un libro-libro, poco ci interessa. Quello che colpisce è una serie di particolarità, che emergono un po’ alla volta e spiegano perché si è detto “apparentemente”. Innanzitutto, l’autrice di solito scrive libri per bambini. Ora la domanda sorge spontanea: è questo un libro per bambini? Forse no, si spera di no, dato il tema. Eppure.

Perché un’altra particolarità è che in questa storia s’intuisce (quasi) tutto mentre non si dice (quasi) niente. Certo, ci sono i discorsi strani in famiglia, il sentirsi superiori, altri. Ci sono le facce allucinante dei genitori, i pomeriggi trascorsi in solitudine senza neanche la tv perché è una roba da gente normale, certi appuntamenti solitari tra il leader della comunità e alcune bambine. Manon c’è mai un momento in cui l’orrore irrompe in tutto il suo peso. Però lo si aspetta, sembra sempre dietro l’angolo: ecco, ci diciamo leggendolo, adesso si scopre la pedofilia, ora ci spiega come fanno il lavaggio del cervello, mo’ si vedono le torture mentali, ecco arrivano i mostri. E invece niente.

L’effetto angosciante di questo piccolo romanzo – effetto non si sa quanto voluto, ma anche qui, poco interessa – è dato proprio da quest’attesa, da questa tensione sempre irrisolta. Finché si arriva velocemente al termine, la piccola protagonista qualcosa inizia a capire, ma non c’è la scena madre, l’agnizione, lo choc, o perlomeno non dentro il libro. Si arriva al termine, con un po’ di perplessità, varie domande, una certa voglia di rileggere tutto, e una strana inquietudine addosso. E non è proprio quello che cerchiamo, quando apriamo un libro?

Tags: Amoreena WinklerCamelopardusDario De MarcoHelene VignalI bambini di Diolibri bambinioccultosetteTroppa Fortuna,

08 Luglio 2011
Oggetto recensito:
HÉLÈNE VIGNAL, TROPPA FORTUNA, CAMELOPARDUS 2011, PAG. 80, EURO 8

L’editore: quella di Camelopardus (è il nome scientifico della giraffa) è una storia nella storia. La casa editrice è nata nel 2007 a Este (Padova), quando Sara Saorin e Camilla Matteucci si sono rese conto che dei tanti editori da loro contattati, nessuno avrebbe pubblicato il romanzo Lo zebra del francese Alexandre Jardin, che loro avevano scoperto e si offrivano di tradurre. Perché non lo facciamo noi?, si dissero. Però la cosa non è finita lì, e oggi Camelopardus ha tre collane “Sconfini” (narrativa d’autore straniera); “I Draghi” (fantasy); “I Trapezisti” (esordienti).
Inoltre a fine 2010 dall’unione con Zampanera Editore è nato il marchio Camelozampa, specializzata in editoria per bambini e ragazzi.

giudizio: 
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