Passare col rosso – “La scelta di non tradire se stessi”

Passare col rosso – “La scelta di non tradire se stessi”

La scelta di non tradire se stessi

Passare col rosso
Hélène Vignal; trad. di M. Piacentini
Camelozampa, 2012, p. 80
(Gli Arcobaleni)
€ 9,00 ; Età: da 11 anni

Episodi di bullismo si ripetono ogni giorno nella scuola media di Boris, dove non conviene distinguersi, isolarsi ed esprimere opinioni non approvate dal gruppo.
Lo stesso Boris si sforza di far parte del giro “giusto”, quello comandato da Corentin: quando Corentin ride anche lui ride, se c’è da perseguitare un compagno si schiera dalla sua parte (ma in seconda fila), e non risparmia insulti e minacce di rito ai prof, anche a quelli più simpatici e comprensivi.
Pur tormentato da mille incertezze, Boris si piega a tradire la propria sensibilità dandola in pasto all’omologazione del branco, perché basta un niente e ti trovi fra i perdenti.
Il minimo che si può rischiare è passare per femminuccia; al limite delle vessazioni si cade senza motivo in un vero agguato. Questo accade al gracile Teddy, al quale l’intera scuola infligge un feroce linciaggio lasciandolo steso nel cortile della scuola, con le costole rotte.
In poche pagine di calibrata asciuttezza descrittiva emergono, come da un racconto parallelo, fili sotterranei che intrecciano questi episodi di aggressività ai valori sociali che i ragazzi subiscono: mito della ricchezza, culto della persona e insofferenza per lo straniero diventano, nel quotidiano scolastico, violenza e istinto di sopraffazione sul più debole.
Siamo nel campo dei libri “a tema”? Forse sì, ma qui le tentazioni buoniste e prescrittive di certa letteratura sul bullismo lasciano spazio a una completa sospensione di giudizio.
Con poetico realismo psicologico la Vignal ci offre il candido dialogo interiore di un personaggio che macera, in solitudine, dubbi e reticenze difficili da condividere con il gruppo dei pari.
Nel finale del racconto, Boris trova il coraggio dell’unica scelta davvero ribelle: affidarsi all’intelligenza di qualcuno – il padre – che saprà accogliere e dare dignità al suo disagio.
Lontano dal sentore di prediche morali, il giovane lettore potrà rispecchiarsi in precise dinamiche conflittuali: come il protagonista, si scoprirà sedotto dal rassicurante piacere dell’emulazione, e nell’alternativa fra restare vittima o diventare persecutore potrà scorgere – al di là degli estremi – la possibilità di trasformarsi in se stesso.Fausto Boccati
(da LiBeR 96)

Grazie alla redazione di Liber e a Fausto Boccati di aver così compreso, apprezzato e restituito il messaggio di questo libro e di averci onorate con questa meravigliosa recensione.

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