Tirando le somme – 1

Tirando le somme – 1

grafico-downEra dal ritorno dalla fiera di Bologna che avevo in mente di pubblicare un articolo sulla situazione del settore e, rimanda e rimanda, ecco che forse il momento è quello giusto.
Sì, perché quando arriva la stagione dei rendiconti per comunicare agli autori e ai colleghi stranieri i dati di vendita dell’anno precedente, quelle che prima erano solo impressioni e sensazioni si materializzano nero su bianco. Quest’anno tirare le somme è stato proprio un brutto colpo.
È vero, dappertutto sentiamo parlare di crisi (sembra un po’ la fantomatica “Canicola” su cui si interroga il gatto di Micioragionamenti), non è una sorpresa, se è in calo persino il settore alimentare, come potrebbe non esserlo l’editoria?

Leggo qua e là nel web autori infuriati con il loro editori, perché suppongono che siano state incassate chissà quali cifre a loro insaputa. Forse un tempo.
E credo proprio di non sbagliare se ritengo che, salvo le dovute eccezioni, la nostra situazione rispecchi quella di tutti i nostri colleghi (e con il termine colleghi escludo gli editori a pagamento, non per snobismo o per principio, ma perché loro dormono sonni tranquilli, le spese per pubblicare un libro se le fanno abbondantemente coprire dagli autori).

Più di tante parole mie, vi rimando a questo articolo, molto sintetico con i suoi grafici eloquenti: il settore è in calo (ce n’eravamo accorte), il primo trimestre segna una flessione ancora maggiore rispetto al periodo precedente che già era in discesa (avevamo avuto quest’impressione…), è in atto una recessione da ben 5 trimestri (ah, ecco!), il retrocatalogo è fermo (eh!).

Consola poco pensare che (per fortuna) non sono i nostri libri a non vendere ma tutto il settore (purtroppo).

Tutto il mondo dell’editoria sta soffrendo ed era già di per sé un settore con margini molto risicati: nessuno dei nostri colleghi ha iniziato a fare questo lavoro per diventare ricco.
Lasciare andare questa barca in balia delle onde significa far sparire tutto il comparto. Resteranno i soliti sette che già occupano il 50% del mercato. Buon per loro, ma in termini pratici, cosa significherà?

Innanzitutto che sparirà tutta una microeconomia: per ogni casa editrice piccola come la nostra che chiude, certamente non restano famiglie in mezzo alla strada, però ne risentiranno altrettante piccole aziende che fanno parte dell’indotto.
E anche gli autori, perché, per quanto poco si possa guadagnare da un piccolo editore, con tante gocce si fa un bicchiere e non è che le major siano tutte lì ad attendere a braccia aperte gli autori emergenti coinvolti nel naufragio.

Della seconda conseguenza ne parleremo domani.
Riguarda l’elemento anomalo di questo quadro, ossia l’editoria per ragazzi.

A domani.

Nessun Commento
  • Marina Lenti
    Posted at 20:49h, 23 Maggio Rispondi

    Per quanto riguarda le EAP, snobba e principia pure, si meritano questo e altro 😀

    • Sara
      Posted at 12:48h, 24 Maggio Rispondi

      “Snobba & Principia”, sembra un negozio di Diagon Alley 😀

  • Marina Lenti
    Posted at 12:39h, 25 Maggio Rispondi

    Resta da capire cosa venderebbe però 😉

    • Sara
      Posted at 17:22h, 26 Maggio Rispondi

      😀
      Oppure un incantesimo tipo quello che usa Molly Weasley, com’era? “Netta & Gratta”?

  • Ata
    Posted at 21:44h, 31 Agosto Rispondi

    Ciao, capito qui per caso.
    Confesso che non conoscevo Camelozampa, ma mi fa piacere sapere che esistono piccole case editrici non a pagamento.
    Immagino che non sia facile, soprattutto in questo periodo, ma per gli autori sconosciuti è importante.
    continuate così.

    • Sara
      Posted at 09:41h, 01 Settembre Rispondi

      Ciao Ata!
      In effetti non era facile già qualche tempo fa, ma adesso la situazione è diventata davvero critica.
      A presto!

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