23 Nov LUNA PARK
Luna park nasce da un racconto incluso nell’antologia Chiamarlo amore non si può. 23 scrittrici raccontano ai ragazzi e alle ragazze la violenza contro le donne edito da Mammeonline, oggi Matilda editrice, nel 2013.
Il racconto, attraverso una serie di metafore rappresentate dalle giostre di un luna park, parlava del tipo di violenza forse più nascosto e più difficile da “mettere in piazza”, quella che avviene tra le mura domestiche.A raccontarla era la vittima indiretta, la voce narrante di un bambino o una bambina senza nome, senza un’età precisa, una descrizione fisica… insomma senza corpo e senza identità, perché il lettore potesse solo ascoltare il terrore, i dubbi, le angosce, le cicatrici di questi piccoli “fantasmi” che tutti abbiamo sotto gli occhi, forse senza volerli realmente vedere.
Quella voce narrante però, aveva ancora molto da raccontare, quindi ha preso corpo, nome, età, amicizie, abitudini, carattere, scuola, desideri che troveremo in questo breve romanzo. Secondo il contatore di word è composto di 14.720 parole. Non sono tantissime, ma sono tutte “pesate”, molte hanno più cose da dire, e l’intera vicenda dovrebbe portare a una scoperta. Se è davvero un buon libro porterà soprattutto molte domande.Di sicuro ci sono le domande, i sogni, le battaglie di Benny e Stella, i due protagonisti tredicenni che come tutti gli adolescenti sono schiacciati tra l’infanzia e l’età adulta, tra scelte che vorrebbero fare e decisioni che non possono prendere, sentimenti forti ma difficili da capire, identificare e gestire che li fanno sentire in bilico… sulle fauci di un leone. Unico salvagente: i rapporti veri, le amicizie profonde. A volte anche le complicità inattese.
Ma tutto questo può bastare a salvarsi, quando il più grande pericolo è appena al di là del muro di una cameretta?
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