Un anno senza Alki

Un anno senza Alki

Lo scorso lunedì 1° marzo 2021 la casa editrice greca Metaichmio, in collaborazione con il Teatro Comunale del Pireo, ha organizzato un bellissimo incontro dal titolo “Un anno senza Alki: amici e collaboratori ricordano la grande autrice”.

L’incontro si è tenuto dal vivo su piattaforma Zoom e, in contemporanea, è stato trasmesso sul canale YouTube della casa editrice Metaichmio dove è tuttora possibile vederlo e ascoltarlo (https://www.youtube.com/watch?v=VsFLY031AIs)

Come altre decine e decine di persone dalla Grecia, dall’Italia e dagli altri paesi europei, ho partecipato silente osservando e ascoltando i volti e le voci dei familiari, degli amici e delle persone che per vari motivi, nel corso della sua lunga e ricca vita artistica e personale, hanno avuto l’onore di conoscere questa donna eccezionale che a tutti e a tutte ha lasciato una grande eredità umana, artistica e politica, nel senso più ampio del termine.

Hanno parlato in tanti e in tante: i figli, Irini e Petros Sevastikoglou, l’agente e amica Angelica Vouloumanou che da anni cura i diritti delle opere di Alki per il mercato estero, gli editori, i collaboratori e le collaboratrici di sempre, gli amici degli anni della dittatura e dell’esilio e le amiche di oggi, giornalisti che per anni hanno seguito il suo percorso artistico, registi che hanno adattato le sue opere per il teatro, attori, studiose, illustratrici, editor, co-autrici e colleghe. Tante voci, tanti ricordi, moderati dalla studiosa Eleni Boura, che per lo più mi hanno fatto commuovere ma che a tratti mi hanno fatto anche ridere e sorridere soprattutto quando le amiche hanno ricordato i vezzi, le abitudini e il suo inconfondibile e travolgente senso dell’umorismo.

Durante l’incontro si è parlato a lungo sia della sua vita sia della sua opera: Alki Zei ha scritto molto ma la cosa più sorprendente è che ha continuato a scrivere fino alla fine, all’età di 96 anni ha continuato a immaginare e progettare libri con la stessa lucidità ed entusiasmo di sempre. Due dei libri a cui negli ultimi tempi stava ancora lavorando sono stati pubblicati postumi: mi riferisco alla riedizione del suo best seller La storia di Petros in versione graphic novel (testo di Angeliki Darlasi e disegni di Dimitris Mastoros) e al delizioso racconto poetico La passeggiata notturna della nonna (illustrazioni di Nikolas Chatzistamoulos) entrambi editi dalla casa editrice Metaichmio tra novembre e dicembre 2020.

Alki era una grande osservatrice, osservava e ascoltava in silenzio senza mai essere invadente o inopportuna. Ti osservava e registrava gesti, parole, sguardi. Era il suo modo di conoscere gli altri. Faceva pochissime domande e parlava poco ma quel poco era sempre essenziale. E così, dopo un paio di incontri, ti rendevi conto che lei ti aveva trasmesso di sé le cose importanti, quelle che valeva la pena sapere, l’essenza di ciò che aveva vissuto e che voleva trasmettere agli altri. E allo stesso modo, e senza che l’interlocutore se ne accorgesse, ci si rendeva conto che anche lei aveva registrato l’essenza dell’altro, della persona che le stava di fronte: da una frase, da uno sguardo ne comprendeva le scelte, la profondità e la sensibilità.

Ascoltare le voci e i racconti dei tanti relatori e relatrici che hanno parlato in occasione di questo evento on line organizzato a un anno dalla morte dell’autrice, avvenuta il 27 febbraio 2020, mi ha fatto commuovere sì, ma mi ha soprattutto trasmesso una consapevolezza consolatoria: ho capito che la Alki che io ho avuto la fortuna di conoscere attraverso la traduzione dei suoi libri ma anche, e soprattutto, attraverso i nostri due incontri in Italia (nel 2013 a Trieste e nel 2018 a Torino) è la stessa Alki che hanno conosciuto le persone a lei più care, gli amici e i familiari. Che la si frequentasse un mese, un anno o una vita intera, lei era sempre se stessa. Nessuna maschera, nessun filtro, nessun comportamento o atteggiamento d’occasione. Le storie che raccontava a tutte e tutti erano le stesse, quelle vere, quelle realmente accadute. Gli ideali in cui credeva erano e sono sempre gli stessi, mai sbiaditi e mai traditi. E le cause per cui vale la pena combattere oggi sono le stesse cause per cui lei ha combattuto ieri, le stesse per cui lottano i protagonisti dei suoi libri di 10, 40 o 80 anni.

L’eredità che Alki ha lasciato a me personalmente è grande ma adesso posso dire con gioia che questa eredità è collettiva e condivisa con tutti e tutte coloro che l’hanno incontrata. Grazie quindi a chi ha organizzato questa riunione che a questo punto posso definire “di famiglia”.

Tiziana Cavasino

 

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